27/08/11

Il tramonto della comicità italiana

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In onore di William Melvin "Bill" Hicks
Comico statiunitense
[16 Dicembre 1961- 26 Febbraio 1994]

Sono le 8,30 di sera, ti siedi sul divano in soggiorno, sei sfinito per l'intensa giornata di lavoro e a causa del tuo datore di lavoro, che ti attribuisce gli stessi diritti dei coltivatori nelle piantagioni di banane, la tua autostima è più sottile dell'ultimo I-phone di XXXVI generazione che una volta messa in tasca, scompare fondendosi con i tuoi jeans. Sprofondato nel tuo trono, unico rifugio dallo stress quotidiano, impugnando il telecomando con la mano destra e una busta di patatine al formaggio con la sinistra, accendi la televisione girando fra i canali in cerca di un programma leggero, rilassante e perché no... comico.

Dopo 20 minuti di zapping su quel fottuto telecomando scopri con amarezza che le uniche trasmissioni trattano di Fabrizio Corona che si è fatto un nuovo tatuaggio, di Michele Misseri che ha cambiato per la ventesima volta versione attribuendo l'omicidio al teletubbies rosso e dell'ultimo “originale” film di De Sica. Irritato e stufo ripieghi su un programma comico su Italia 1 “Colorado”.

Pensi subito che possa essere una facile distrazione dalla superficialità mediatica che sta travolgendo la televisione, che la comicità moderna potrebbe essere un genere che fonde umorismo con satire e riflessioni colme di ironia sul mondo che ci circonda, che nel corso del tempo attori e comici abbiano sviluppato nuove tecniche per far ridere e non si siano ripiegati su quei luoghi comuni che ormai hanno stancato il pubblico e non strappano più neanche un sorriso ai veri intenditori. Ebbene No. Non è così.

A partire dalla sigla la trasmissione è una totale caduta libera verso la banalità. Dalla penosa canzone iniziale che sembra tratta da un remix di un singolo di Fabri Fibra con la sigla dei Pokemon si va alle battute inascoltabili dei due conduttori, un uomo (Imbranato) e una donna (Tettona) che introducono i comici che dovrebbero (Come minimo..) far sorridere. Delusione totale e Noia tale da condurti alla depressione. Due ore e mezzo di “Ma tu da me che cosaaa vuoi ?” o “Tatatatà pubblicità..” intervallate da una decina di ballerine brasiliane (Probabilmente prese in prestito dagli show di Teo Mammucari) sono una totale perdita di tempo spesa in stronzate ripetitive, settimanali per giunta.

Afflitto da quella dose di delusione decidi di cambiare canale, ed ecco un' altro programma destinato probabilmente ad un pubblico sadico e spietato, serial killer, terroristi, assassini di ogni genere o futuri Fuhrer... “Paperissima”. Insomma dopo una breve introduzione di qualche bambina che inciampa su un pallone (Il che dovrebbe far ridere) si passa a una serie incidenti in go kart, moto, macchine, furgoni, camion addirittura treni, seguendo la logica che più è grande il mezzo che investe la persona e maggiori sono le fratture ossee più è divertente.

La televisione italiana ci riporta questo come genere comico che dovrebbe rallegrare, imponendoci un modello basato sui luoghi comuni, ripetitivi ed affrontati migliaia di volte da anni, scarso di idee ed inventiva, sempre più incline alla volgarità e alla superficialità.

Centinaia di video, comici e satirici, in Italia vengono censurate perché trattano temi di carattere politico. Un uomo che inserisce volgarità e riferimenti sessuali espliciti incassa millioni nelle sale cinematografiche .

Riflettiamoci su!

Andrew

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